Il punto di vista delle trafilerie. Intervista con ITA Spa
Ci siamo recentemente confrontati con Pietro Spina, Sales Manager presso la ITA Spa, per analizzare prezzi, mercato, prospettive di una trafileria che ogni giorno sul campo si trova a mediare tra gli input delle acciaierie e le istanze dei clienti finali, nello specifico mollifici e produttori di funi.
Siete tra incudine e martello.
Esattamente! L'acquisto della vergella incide tra il 70 e l'80% sul prezzo finale di vendita del nostro filo. Le nostre possibilità di assorbire eventuali aumenti e dunque perdite di marginalità sono veramente ridotte.
L'anno appena trascorso è stato appunto caratterizzato da forti aumenti di prezzi.
Sì, parliamo di 200/220 euro la tonnellata in più rispetto all'anno precedente; su una vergella quotata nel 2016 tra i 490 e 510 euro la tonnellata, siamo arrivati a 700/710 €/ton. Tali aumenti sono in parte da imputare all’aumento di prezzo di alcuni componenti chiave per la produzione dell’acciaio – carbone da coke, rottame, minerale di ferro – che tutti assieme hanno puntato al rialzo, e dall’altro alle acciaierie, molte delle quali erano in difficoltà da almeno un quinquennio e approfittando degli aumenti delle materie prime hanno corretto i prezzi verso una marginalità accettabile.
Cosa che non è stata molto apprezzata dai vostri utenti finali.
Certo, i clienti erano stati abituati ad una diminuzione dei prezzi pressoché continua. Una certa stasi della domanda in settori come le costruzioni e l'offshore – che erano quasi scomparsi – avevano contribuito a mantenere bassi i prezzi, un po' per continuare a produrre e un po' per difendersi dai mercati extra-UE. C'è da dire poi che nel 2016 si erano già registrati annunci di aumenti, seguiti però da riduzioni; questo ha creato purtroppo un problema di credibilità. E dunque quando nel 2017 le acciaierie sono state obbligate per gli aumenti delle loro materie prime a riversare i rincari sul mercato, questi sono stati mal recepiti.
A livello di volumi però nel 2017 la domanda è cresciuta.
Sì, fortunatamente il trend dell'anno è stato positivo.
Parliamo di ITA Spa, una realtà che fa parte del gruppo Steelgroup insieme ad altre tre aziende, tutte accomunate dalla trafilatura dell’acciaio.
ITA ha raggiunto lo scorso anno un record storico a livello di produzione, ossia 50.000 tonnellate, tutte destinate esclusivamente a settori di alta qualità.
E dal punto di vista economico?
Non è andata male, anche se abbiamo sofferto un pochino della mancanza di reattività nel ribaltare totalmente gli aumenti che abbiamo avuto sui nostri clienti.
Chiaramente è anche un po' una questione di sistema.
Dobbiamo confrontarci da un lato con i nostri concorrenti, e dall’altro con la capacità dei nostri clienti di applicare gli aumenti sul prodotto finito. Ad ogni modo la compressione dei margini è stata compensata dalle quantità prodotte. Tutto sommato ci riteniamo soddisfatti.
Questa crescita della domanda a cosa è dovuta?
Costruzione e automotive sono tornati ad essere sbocchi interessanti. Per quanto riguarda direttamente la ITA, il 50% del nostro filo è destinato alla produzione di molle (di cui il 40% molle per automotive e il 60% molle tecniche) e l'altra metà finisce nel settore funi, soprattutto per estrazioni, ascensori, conduttori, ecc. Un 10% del nostro filo per funi va oggi all'Oil&Gas, un ambito che sta tornando lentamente a crescere.
La scommessa di quest'anno è su questo settore, dunque?
Sì, e sull'automotive, che gode di una nuova vitalità grazie all'ibrido.
In effetti che prospettive vedete per il primo periodo del 2018?
Come primo trimestre, a livello produttivo siamo saturi, così come quasi tutte le trafilerie, da quello che ho potuto di percepire. Per quanto riguarda i prezzi, ci aspettiamo di ricevere ulteriori aumenti, e quindi è presumibile che dovremo tutti apportare delle correzioni tra il primo ed il secondo trimestre.
E poi voi producete molto filo zincato...
Il 50% della nostra capacità produttiva è costituita da filo zincato. L'incidenza dello zinco sul nostro prodotto spazia dal 4 all'11%, a seconda delle applicazioni finali, e chiaramente essendo balzato lo zinco nel giro di un anno e mezzo da 1.500 dollari a 3.400 dollari la tonnellata, oggi siamo obbligati, noi e i nostri competitor, a riversare questo aumento sul prezzo di vendita del filo.
Dei vostri clienti, quanti sono all'estero, quanti in Italia, percentualmente?
Il 60-65% del nostro turnover deriva dall'estero. Ci teniamo però a mantenere e sviluppare il mercato nazionale, e anche per questo motivo abbiamo in programma di estendere le nostre capacità produttive. Abbiamo acquistato un terreno adiacente al nostro, a Calolziocorte (LC), e quest'anno inizieremo i lavori sulla nuova area. Attendiamo poi una nuova macchina tra febbraio e marzo; insomma la direzione è: verso la crescita. La famiglia Beri, oggi guidata da Andrea, terza generazione di imprenditori nel comparto, con a fianco suo padre Gianni, negli anni ha dimostrato notevoli capacità imprenditoriali e una visione lungimirante e coesa. Il gruppo, che ha raggiunto il notevole traguardo produttivo nel territorio italiano di 250.000 tonnellate annue, sta scommettendo molto sull'aspetto qualitativo. Compriamo solo vergella europea, effettuiamo sui nostri prodotti da 4000 a 5000 test al giorno... E poi c'è il versante interno: la creazione di un ambiente aziendale di corresponsabilità e di collaborazione è una strategia che, alla luce dei fatti, sta pagando.
- Prodotti lunghi (profilati) •
- Filo metallico •
- Filo trafilato vario •
- Barre tonde •
- Profilati a sezione esagonale •
- Profilati speciali •
- Profilati a sezione quadra •
- Barre piatte •
- Filo per trecce o trefoli CAP •
- Filo per funi •
- Filo per costruzioni •
- Filo per molle •
- Filo zincato •
- Filo per minuterie metalliche •
- Filo laminato •
- Filo per viteria e bulloneria •
- Filo per cavi •
- Filo per saldatura