Trafilerie di Malavedo: il filo della storia

La trafilatura del ferro è un processo industriale relativamente antico, risalente alla prima metà dell’800. All’inizio si trattava di un processo totalmente manuale, ma già dopo il 1850 fecero la loro comparsa i primi dispositivi per avvolgere il filo azionati dalla forza idraulica. Iniziarono così a diffondersi le prime trafilerie attorno ai corsi d’acqua, principalmente nel nord Italia e in particolare in provincia di Lecco, grazie al sostegno di un ceto imprenditoriale molto attivo e dinamico e di una popolazione molto laboriosa.

La vera ascesa industriale, avvenne nel primo decennio del 1900, quando si iniziarono ad installare i motori elettrici negli impianti di produzione. Negli anni 50, il settore ebbe un ulteriore impulso, con l’avvento delle nuove tecnologie e lo studio di nuovi materiali, che consentivano di trafilare a velocità ancora più elevate e con riduzioni più importanti.

La storia delle Trafilerie di Malavedo viaggia in parallelo con quella della trafilatura stessa. Un antico documento notarile attesta l’esistenza dell’azienda fin dal 1873 a Lecco, sulle sponde del fiume Gerenzone, con il nome Laminatoio di Malavedo. Quando Giorgio Enrico Falck, allora proprietario della società, decide di trasferire gli impianti a Sesto San Giovanni, un dipendente dell’azienda, Gianola Alberto, decide di rilevare la proprietà della annessa trafileria assieme al figlio Daniele, fondando una propria azienda. Nascono così, nel 1930, le Trafilerie di Malavedo.

Da allora la crescita dell’azienda è stata costante: oggi le Trafilerie di Malavedo sono sinonimo di tradizione, storia e passione nell’industria del filo metallico. L’azienda è specializzata nella lavorazione del filo di ferro crudo, cotto bianco, trafilato dal cotto, ramato, zincato, fosfatato, decapato, per semenze, viterie, minuterie metalliche e lavorazioni speciali.

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