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Acciaio e semilavorati: scarsità di offerta o di domanda? Una panoramica

Acciaio e semilavorati: scarsità di offerta o di domanda? Una panoramica

Acciaio e semilavorati: scarsità di offerta o di domanda? Una panoramica

Un mercato europeo dell’acciaio in sofferenza a causa di scarse forniture? A lanciare l’allarme la società di consulenza GMK Center, che nota come - a causa di diverse condizioni che si sono verificate da un anno a questa parte - si sia creato un divario tra la domanda e l'offerta d’acciaio a livello UE.


È iniziato tutto - dicono - nella seconda metà del 2022: l'aumento dei prezzi dell'energia e l'accelerazione dell'inflazione hanno fatto temere alle acciaierie europee un calo generalizzato della domanda e spinto loro a ridurre le capacità produttive. La tendenza al destoccaggio è continuata nel periodo gennaio-febbraio 2023, sebbene la domanda reale non sia diminuita come previsto. Alcuni incendi che hanno colpito altiforni come quelli di Gijon (Spagna) e Dunkirk (Francia) gestiti da ArcelorMittal, stanno provocando ritardi nelle consegne di prodotti piani in tutta Europa: si prevede un ammanco di 1 milione di tonnellate di coils laminati a caldo a causa di questi incidenti, con un picco della scarsità di offerta previsto per giugno-agosto. Altri fattori concorrono o concorreranno a limitare le forniture, come diversi interventi di manutenzione programmata e chiusure di stabilimento sparsi per l’Europa. Il terremoto in Turchia - che ha colpito un terzo della capacità di produzione siderurgica del Paese - ha anch'esso il suo peso nel limitare l'offerta di acciaio disponibile.


Un quadro che viene confermato e sintetizzato così anche dalla società di consulenza inglese MEPS: “Le recenti interruzioni a diversi altiforni dell'UE hanno esacerbato le restrizioni alla produzione introdotte per evitare un eccesso di offerta sul mercato.” 


Dal punto di vista degli utilizzatori di acciaio
, c’è davvero un problema? Produttori di vergella, trafilerie, tubifici e produttori di lamiera stanno avendo difficoltà nel reperire materia prima? Abbiamo consultato diverse aziende per sentire la loro opinione, e colto l’occasione per fare un punto sulla situazione di mercato.


“Fin dalla prima crisi dell'industria automobilistica europea nel 2019, abbiamo rilevato una mancanza di domanda di filo ad alto tenore di carbonio in Europa. Negli anni successivi abbiamo avuto altre crisi. La pandemia dal 2020 al 2022, la guerra iniziata nel 2022, il problema dell’energia nel 2022, l'inflazione e così via. Soprattutto all'inizio del 2021 c'è stata una grande scarsità di vergella in Europa. La domanda è balzata da quasi 0 al 120% e le acciaierie non sono riuscite a starle dietro, forse perché hanno sottovalutato la situazione e non hanno aumentato la produzione come era possibile e necessario. Tuttavia, questo picco è stato superato al più tardi all'inizio del 2022. Con l'inizio della guerra, il quadro è cambiato di nuovo e la domanda di acciaio è diminuita. Oggi l'acquisto di vergella non è un problema per quanto riguarda la disponibilità, anche se tutti i fornitori hanno ridotto la loro capacità. L'aspetto più spaventoso è che l'eccesso di capacità sul mercato soddisfa una domanda che ritengo rimarrà molto bassa per un lungo periodo. Inoltre, dobbiamo tenere presente che i costi di produzione sono molto più bassi nella maggior parte del mondo. C'è quindi una pressione sulle importazioni e minori possibilità di esportazione. Questo non riguarda solo i produttori di acciaio, ma anche l'industria della trafilatura.”

Markus Giese, Drahtwerk Wagener


“Al momento non stiamo riscontrando nessuna difficoltà. Abbiamo fatto scorta di materiale solo per commesse già acquisite, nel momento in cui il prezzo era leggermente sceso. Le nostre catene di approvvigionamento nell'ultimo anno non sono cambiate.”

Marco Butti, EVB srl


“Per adesso non abbiamo problemi di reperibilità della materia prima - che per noi è la vergella ad alto carbonio - né da fornitori UE né tanto meno extra-UE. In realtà ci troviamo in una situazione di mercato in cui la domanda è un po’ ferma. Ci sono settori che vanno bene e altri male, allo stesso interno dell’automotive, tanto per dire. Pensando alla ricostruzione dell’Ucraina e delle zone della Turchia che hanno subito il terremoto, e naturalmente alle risorse del PNRR, è prevedibile che la richiesta risalga; il vero interrogativo è: quando? Come succede spesso in contesti simili, quando c’è incertezza gli acquisti si fanno più cauti, purtroppo.”

Pietro Spina, Steelgroup


“In realtà le nostre acciaierie stanno producendo poco poiché non hanno ordini sufficienti, anche se non amano farlo sapere. Negli ultimi mesi hanno abbassato il costo della nostra materia prima (nel 2021 eccessivo) ma, nonostante ciò, noi stessi abbiamo ridotto gli ordini rispetto a un anno 2022 molto buono e un 2021 eccellente.

È chiaro che continuando così i magazzini scenderanno - a poco a poco - e ci ritroveremo ad avere meno possibilità di acquisto se le acciaierie non invertiranno la rotta (loro costi di produzione permettendo). Da sempre abbiamo giacenze di materia prima molto alte e abbiamo continuato ad acquistare, anche ora. Per noi non sarà un problema.”
Graziella Mauri, Trafilerie Assi


“Sinceramente noi non abbiamo mai avuto problemi nel reperire la materia prima e non abbiamo mai fatto scorte nei mesi scorsi. Per quanto riguarda i nostri fornitori, sono sempre gli stessi da qualche anno a questa parte: acciaierie nazionali.”

Attilio Galbani, Trafileria Galbani 


“Attualmente non riscontriamo difficoltà nel reperire la nostra materia prima, la vergella. La domanda di semilavorato è inferiore al 2022, quindi le acciaierie non hanno particolari difficoltà nell'alimentare i loro clienti; anzi, sono possibili alcune fermate per scarsa domanda.”

Moreno Scerelli, Trafileria Scerelli


“Noi ci approvvigioniamo principalmente dalla nostra casa madre in Germania e, almeno per ora, non abbiamo esperienze di mancanza di materiale.”

Luca Spirolazzi, Waelzholz Italia


Per quanto riguarda il settore tubi, Francisco Irazusta, Presidente della spagnola Tubos Reunidos, ha recentemente dichiarato a elcorreo.com riguardo allo scenario attuale, che “stiamo assistendo a una lieve flessione. Ma questo è un effetto che si verifica spesso in funzione dell'accumulo o della riduzione degli stock". Tuttavia, “i fondamentali del mercato permangono buoni.”


Abbiamo interpellato anche un tubificio lombardo che lavora nell’industria dell’inox: “Non c’è un problema di disponibilità, almeno dalle acciaierie europee. Il mercato è piuttosto fermo, e i prezzi stanno scendendo: sia acciaierie che stockisti ci stanno rincorrendo per piazzare la loro merce, ben sapendo che i prezzi potrebbero facilmente scendere ancora. Se facciamo il caso ad esempio di un nastro di lamiera AISI 304 da 2 mm, il prezzo è balzato da 2 euro/kg a 5 tra la fine del 2021 e marzo 2022. La guerra più l’esplosione del nichel in quel mese, che passerà alla storia con la sospensione di sei giorni delle contrattazioni all’LME, hanno sconvolto i mercati; da settembre scorso, il prezzo è più o meno costantemente sceso, fino a raggiungere oggi i 2,80 euro - e tutti sanno che scenderà ancora. Il vero problema è che se non c’è un recupero della domanda da parte delle famiglie, la situazione non si rimetterà in moto facilmente. Per adesso c’è abbondanza di materiale; se riparte, allora potrebbe essere vero che l’acciaio che c’è sulla piazza non è abbastanza.”


Ci ha dato il suo parere Marco Barbero di Metalweek: “Le mosse delle acciaierie sono senza dubbio orientate a generare un bisogno tra gli utilizzatori di semilavorati. La domanda è sicuramente bassa e quindi la leva del prezzo non rappresenta più un elemento di deterrenza che possa generare la corsa agli acquisti di semilavorati da parte dei trasformatori industriali di piani e lunghi. La domanda di semilavorati di acciaio ha subito un significativo rallentamento che via via è aumentato con il passare dei mesi e ora sta assumendo dimensioni, in termini di tonnellaggio, e valori che iniziano a preoccupare i produttori di piani, che nel dicembre scorso hanno avviato la campagna di aumenti, seguita da quelli dei lunghi solo tra i produttori dei tondi per armature (rebar).”


Di seguito le sue previsioni per i mesi a venire.

Vi  abbiamo messo in fila diverse opinioni, senza pretesa di esaustività. Ovviamente ciascuna azienda fa storia a sé, a seconda del prodotto che fa e che lavora, dei materiali specifici, delle sue dimensioni e della sua struttura, se si rifornisce da acciaierie nazionali o straniere (l’Italia, per diversi motivi, sembra meno toccata dai problemi di cui sopra).


Guardiamo ora al quadro complessivo. Secondo EUROFER, l’associazione europea dell'industria siderurgica, il peggio sembra essere passato, ma i fattori negativi che hanno impattato la seconda metà del 2022 continueranno a pesare fino al secondo trimestre del 2023. Nel Q4 del 2022, il consumo apparente di acciaio è crollato a 29,6 milioni di tonnellate (-19,3%), registrando la seconda peggior performance dopo la pandemia (secondo trimestre del 2020).

Gli utilizzatori di acciaio, continua EUROFER, hanno però mostrato una tenuta superiore alle previsioni, chiudendo il 2022 con una crescita positiva (+2,5% nel quarto trimestre), grazie soprattutto alla relativa ripresa dell'industria automobilistica e alla performance piuttosto costante del settore delle costruzioni (rispettivamente +3,3% e +4,8% nel 2022). Rammentiamo a questo proposito i vari programmi di sostegno europei e nazionali, volti a incentivare interventi di riparazione, manutenzione, ingegneria civile.

L’associazione della siderurgia europea prevede un generale rallentamento della crescita nel corso del 2023 e un calo significativo nel secondo trimestre, con un aumento annuo complessivamente limitato (+0,3%) per i settori che utilizzano l'acciaio, e significative differenze tra i vari Paesi europei; la crescita dovrebbe riprendere un po' di slancio nel 2024 (+2,3%).


Stiamo a vedere!


Saremmo lieti di leggere i vostri commenti; potete mandare le vostre annotazioni a [email protected]

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lunedì 15 maggio 2023