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L'industria siderurgica indiana: un’analisi su peculiarità, sfide e sforzi di decarbonizzazione
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In occasione dell’ultima edizione della fiera wire & Tube India, che si è appena svolta in concomitanza con METEC India e India Essen Welding & Cutting, è stato pubblicato un interessante report che mette in luce lo stato dell’arte dell’industria siderurgica indiana, la sua struttura peculiare e le misure pianificate dal governo sulla strada verso la decarbonizzazione.
Crescita economica e ruolo dell'acciaio in India
Il governo di Narendra Modi si è posto l’obiettivo di far ottenere all'India lo status di Paese sviluppato entro il 2047. L'industria siderurgica locale gioca un ruolo centrale, essendo un importante motore di crescita. Tuttavia, la vera sfida consiste nel bilanciare questa crescita con la riduzione delle emissioni di CO2.
Le prospettive di crescita dell’India in numeri
L'India, il Paese più popoloso del mondo e una delle economie in più rapida crescita, secondo l'OCSE registrerà un'espansione economica del 6,2% nel 2024 e del 6,5% nel 2025. L'industria siderurgica contribuisce al 2% del PIL e cresce in media del 7% annuo dal 2004; secondo i dati ufficiali, raggiungerà una capacità produttiva di 179,5 milioni di tonnellate nell’anno fiscale in corso e una produzione effettiva di 144,3 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, con una crescita trainata prevalentemente dai settori infrastrutture, edilizia e automotive.
Il governo indiano si propone di raggiungere zero emissioni nette entro il 2070. Per farlo, è necessaria la decarbonizzazione del settore industriale, in particolare dell'industria siderurgica, che da sola è responsabile del 10-12% delle emissioni di CO2 del Paese.
Principali attori e statistiche produttive nel mercato siderurgico indiano
La siderurgia indiana è dominato da grandi nomi come Tata Steel, JSW Steel, Jindal Steel and Power (JSP) e società statali come Steel Authority of India (SAIL), affiancate da numerosi produttori minori. Secondo il ranking globale di worldsteel, nel 2023 l'India si è classificata al secondo posto con 140,8 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, superata solo dalla Cina (1.019 milioni di tonnellate). Tuttavia, il consumo pro capite di acciaio in India è stato di soli 97,7 kg nel 2024, contro una media globale di 221,8 kg nel 2022. La politica nazionale mira a incrementare questo valore a 160 kg entro il 2030.
Il governo indiano ha ambiziosi piani di investimento in infrastrutture, pertanto saranno necessarie grandi quantità di acciaio per nuove abitazioni, strade e ferrovie. La volontà di aumentare la capacità produttiva di acciaio oltre le 300 milioni di tonnellate – il doppio del livello attuale – entro il 2030 sottolinea l'importanza cruciale di questo settore per lo sviluppo del Paese.
Principali processi di produzione siderurgica in India: metodi e sfide
L'industria siderurgica indiana è molto eterogenea e adotta principalmente tre metodi per la produzione del ferro:
- Altoforni (BF): utilizzano il coke per la riduzione e la fusione del minerale di ferro in ghisa liquida.
- Produzione di ferro ridotto direttamente (DRI): principalmente tramite due processi. Il primo impiega forni che utilizzano gas naturale, syngas o, talvolta, gas di scarto industriale; il secondo utilizza forni rotativi, nei quali il carbone funge da agente riducente per il minerale di ferro.
La ghisa fusa d'altoforno viene trasformata in acciaio in un forno a ossigeno basico (BOF), mentre il preridotto (DRI) viene fuso in un forno ad arco elettrico (EAF) o, più raramente, in un forno a induzione (IF). Anche i rottami di acciaio vengono trasformati in acciaio in forni elettrici ad arco o a induzione. Le grandi acciaierie integrate (ISP) utilizzano generalmente i metodi BF-BOF e DRI-EAF, mentre gli impianti più piccoli utilizzano il metodo DRI-IF a base carbone. L'acciaio grezzo viene poi trasformato in prodotti piatti o lunghi nei laminatoi.
L'India, oltre ad essere il secondo produttore mondiale di acciaio, detiene la maggiore capacità produttiva globale di DRI (55 milioni di tonnellate nel 2023); è uno dei pochi Paesi al mondo dove predomina la tecnologia DRI basata sul carbone, a causa dell’elevata disponibilità di carbone non adatto alla produzione di coke, ai bassi costi di investimento per i forni rotativi e alla limitata accessibilità al gas naturale – l’opzione che viene preferita invece in molti Paesi industrializzati.
Secondo Deependra Kashiva, direttore generale della Sponge Iron Manufacturers Association (SIMA), il fabbisogno interno di acciaio non può essere soddisfatto interamente con il tradizionale processo BF-BOF, a causa degli elevati costi di investimento e della scarsa disponibilità di carbone bituminoso. Per questo motivo, l'industria DRI gioca un ruolo cruciale per il futuro della siderurgia indiana.
Insomma, la struttura del settore siderurgico in India è molto diversa da quella di altri Paesi. Nelle nazioni sviluppate, la proporzione di rottami nell'acciaio prodotto è maggiore, l'uso dei pellet di minerale di ferro è più diffuso, la rete elettrica è meno intensiva in carbonio e i combustibili a bassa emissione di carbonio, come il gas naturale, sono più accessibili economicamente. Al contrario, l'industria siderurgica indiana, che è relativamente giovane, soffre di una limitata disponibilità di rottami e di costi elevati per il gas naturale. Inoltre, in India si utilizzano generalmente materie prime di qualità inferiore, che comportano un maggiore consumo di energia e un aumento delle emissioni. In sintesi, un rapporto del Ministero dell'Acciaio afferma che, a causa della scarsità di alternative economiche, l'industria siderurgica indiana sarà costretta a continuare ad utilizzare altoforni e forni rotativi basati sul carbone per la produzione di acciaio. Facilmente si potrà quindi comprendere come mai l'intensità delle emissioni di carbonio dell'acciaio prodotto in India è pari a 2,54 tonnellate di CO2 per tonnellata di acciaio grezzo (tCO2/TCS), molto superiore alla media globale di 1,91 tCO2/TCS.
Una roadmap per la decarbonizzazione dell'acciaio in India
Il Ministero dell'Acciaio ha introdotto il piano "Greening the Steel Sector in India", articolato in 14 punti. Tra le iniziative in programma, l’incentivazione di soluzioni di cattura e stoccaggio e cattura e utilizzo del carbonio (CCS e CCU), l'uso di energie rinnovabili e di idrogeno verde. Il piano prevede in particolare il passaggio dalla produzione di DRI a carbone ai forni a gas, come transizione verso l'idrogeno verde; si parla anche di incentivazione dell'impiego di gas di scarto industriale, di gas sintetico, o di iniezione di metano da giacimenti di carbone negli altoforni (cosiddetto CBM).
Anche il biochar, ottenuto dalla biomassa di piante in crescita, è considerato un candidato promettente per la riduzione delle emissioni nella produzione di acciaio.
I giganti siderurgici indiani e le tecnologie green
Aziende come Tata Steel, JSW Steel e SAIL stanno già iniziando ad adottare tecnologie green, come la cattura del carbonio, l’idrogeno verde e l’utilizzo di fonti rinnovabili. L’analisi completa, scritta da Gerd Krause di Mediakonzept, Düsseldorf, cita nel dettaglio tutte le strategie di decarbonizzazione intraprese dai maggiori protagonisti della siderurgia indiana; la trovi a questo link.
Nella classifica worldsteel 2023, quattro aziende indiane figurano tra i primi 50 produttori di acciaio: Tata Steel Group (al decimo posto con 29,5 milioni di tonnellate), JSW Steel Limited (12° con 26,15 Mt), Steel Authority of India Ltd. (SAIL) (19° con 19,18 Mt) e Jindal Steel and Power Ltd. (47° con 7,90 Mt). L'elenco completo delle maggiori aziende produttrici di acciaio per il 2023/2022 con un tonnellaggio superiore a 3 Mt è disponibile a questo link >
Nell’immagine, Tata Steel Kalinganagar, il primo impianto siderurgico indiano ad essere incluso nel Global Lighthouse Network del World Economic Forum per le sue tecnologie Industry 4.0.
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